Della Gioconda e di altre copie

Dando un’occhiata al panorama della Formula 1 al Grillo Rampante è saltata agli occhi una crescente anomalia. Questo è uno sport dove si trovano a competere piloti e squadre, con le seconde che – in teoria – dovrebbero correre con vetture originali, frutto dell’ingegno dei tecnici che le progettano e producono, eccezion fatta per una serie di componenti ben definite.

Questa la teoria, si diceva, ma l’impressione è che su questo fronte qualcosa stia cambiando. Circolano infatti copie che sembrano fatte con la carta carbone ma, soprattutto, si sta facendo strada la convinzione che copiare sia un gesto di cui andare fieri. Va bene trarre ispirazione dalle idee degli altri – è sempre stato così e sempre lo sarà – ma un conto è interpretarle un altro è applicare uno strato di vernice di colore diverso ad un progetto concepito da altri.

Al Grillo Rampante è tornato in mente il tempo in cui stava sui banchi di scuola a studiare e gli capitava di dover chiedere aiuto al compagno di classe quando la traduzione della versione di latino proprio non veniva però non che fosse fiero di quello che faceva, né il compagno in questione era sempre così desideroso di passare il compito: in fondo anche a scuola c’era un po’ di competizione.

Invece qui sembra che siano tutti felici e festanti di copiare e farsi copiare, quasi come se si trattasse di uno scherzo. Anche chi il gioco lo gestisce si è fatto prendere un po’ dall’entusiasmo, elogiando i copiatori… Allora perché non giocare a carte scoperte e dire che si possono vendere le vetture complete ai team privati? Eh, quando qualcuno lo ha proposto – oggi come un decennio fa – si sono alzati strali a difesa del cosiddetto DNA della Formula 1, rivendicando il diritto – ma anche allora il dovere – di competere in questo sport come costruttori a pieno titolo e non solo di facciata. Se questa deve essere la massima competizione automobilistica si dovrebbero affrontare i migliori ingegni e che vinca il più bravo, non quelli che copiano di sana pianta e poi fanno pure le anime belle… 

In Formula 1 devono correre vetture originali, non le loro copie. Del resto, chi vuole ammirare la Gioconda va a Parigi al Louvre e non a Madrid al Prado, dov’è esposta la sua copia: della prima siamo sicuri che l’abbia dipinta Leonardo da Vinci, della seconda ancora non si conosce con certezza l’autore.

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